Come curare la depressione? Guida completa su sintomi e cure
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Lia Parente

In questo articolo ti spiegherò come riconoscere la depressione, le sue cause e come poter risolvere.

Se al termine di questo articolo riconosci di poter soffrire di depressione, puoi contattarmi cliccando qui e parlarne con me per risolvere definitivamente il problema.

Sei pronto? Cominciamo!


Che cosa è la depressione?

Il nostro umore influenza tutto ciò che facciamo e il nostro essere in relazione con gli altri.

L’umore può oscillare tra un polo rappresentato dall’euforia e un polo rappresentato dalla depressione.

Spesso è difficile individuare una netta linea di demarcazione che separa lo stato depressivo dai normali momenti di tristezza e demoralizzazione che si possono incontrare nella vita.

Affinché si possa parlare di depressione, l’umore deve essere prevalentemente basso e non influenzabile da eventi esterni.

Il disagio deve essere tale da compromettere in modo evidente il funzionamento normale della persona nei suoi diversi aspetti: quello lavorativo, sociale, emotivo e relazionale. 

Ma quando si manifesta la depressione?

La depressione si può presentare in diversi periodi della vita: nell’infanzia, nell’adolescenza, nell’età adulta, come anche nella vecchiaia. Le cause possono essere molteplici, basate soprattutto sull’interazione tra fattori biologici/genetici e fattori psicosociali.

Per quanto riguarda i fattori biologici, la depressione può essere favorita da: cambiamenti nella regolazione dei neurotrasmettitori o degli ormoni; da un mal funzionamento della tiroide; da deficienze alimentari (come, ad esempio, una carenza della vitamina B12); dagli effetti collaterali di alcuni farmaci ecc.

Anche i fattori genetici giocano un ruolo importante nel favorire lo sviluppo della depressione.

Questo non vuol dire, però, che vi sarà certamente una trasmissione genetica alla generazioni future: ciò che viene trasmessa è la vulnerabilità a sviluppare questo tipo di disturbo, non il disturbo in sé. Infine, tra le cause psicosociali che predispongono allo sviluppo della depressione troviamo: avere scarsa stima di sé, essere pessimisti, avere scarsa fiducia nelle proprie capacità di gestione degli eventi stressanti ecc. (Levina, Michielin e Piacentini, 2014). 

Gli episodi depressivi possono essere apparentemente slegati da eventi esterni oppure preceduti e scatenati da particolari eventi stressanti, di varia natura e gravità, come ad esempio: lutti, separazioni coniugali, bocciature, gravi conflitti interpersonali, malattie fisiche, licenziamenti, problemi familiari ecc.

Gli eventi stressanti possono favorire l’insorgere di un episodio depressivo nella misura in cui la persona non ha gli strumenti e le capacità necessarie per gestirli efficacemente.

È, quindi, la sensazione di perdita di controllo e scarsa fiducia nelle proprie capacità a favorire l’instaurarsi di un episodio depressivo, non la situazione stressante in sé. 

Vi sono differenti quadri depressivi: la depressione post-partum colpisce le neo madri e può avere gravi conseguenze anche sulla salute del neonato; si parla anche di alcune forme di depressione stagionale, in cui l’umore può peggiorare nei mesi invernali e migliorare durante l’estate, o viceversa; infine, nel caso dei disturbi bipolari, i periodi di umore depresso possono alternarsi a fasi di estrema euforia e eccitazione (mania), i quali possono portare a mettere in atto comportamenti rischiosi per la propria salute e incolumità.

Quali sono i sintomi della depressione?

Essere depressi non vuol dire solo essere giù di morale.

La depressione, colpisce anche il modo di ragionare di una persona, portandola a valutare qualsiasi evento o situazione in modo pessimista e negativo.

I sintomi della depressione si manifestano in quattro principali aree: nell’ambito dell’umore, nell’ambito motorio, nell’ambito cognitivo e nel più ampio ambito del sistema neurovegetativo. 

L’individuo arriva ad essere indifferente nei confronti degli stimoli esterni: l’incapacità di provare gioia e piacere, infatti, rappresenta un sintomo chiave della depressione.

Dal punto di vista dell’umore, l’esperienza vissuta è caratterizzata da tristezza, disperazione e angoscia, fino a portare all’incapacità di provare piacere o interesse per qualsiasi attività.

Spesso, si riscontra un esteso senso di vuoto, accompagnato da senso di colpa e mancanza di speranza nel futuro.

L’attività motoria è visibilmente rallentata: i movimenti diventano lenti, il tono di voce è monotono e lo sguardo diventa spento. L’individuo si sente spesso affaticato e stanco.

Questo generale rallentamento ha ripercussioni inevitabili anche sull’aspetto cognitivo, portando a difficoltà riguardanti le capacità di memoria e di attenzione.

Infine, per quanto riguarda l’aspetto neurovegetativo, il ritmo sonno-veglia risulta alterato, poiché si presentano difficoltà nell’addormentamento oppure risvegli precoci. Anche l’appetito subisce modificazioni, portando al dimagrimento o all’aumento di peso.

Le persone che soffrono di depressione spesso presentano una marcata mancanza di motivazione e interesse verso la maggior parte delle attività, si percepiscono senza valore e vedono il futuro come incerto e pieno di difficoltà.

Tali caratteristiche spesso portano ad una tardiva richiesta d’aiuto, proprio perché non si ritiene di avere le forze necessarie per affrontare un processo di cura. 


Che cos’è la depressione ansiosa?

Spesso la depressione può essere accompagnata da sintomi ansiosi. L’ansia è caratterizzata da uno stato fisiologico di allarme in assenza di stimoli ambientali di pericolo.

L’organismo, quindi, si prepara ad affrontare tale presunto pericolo con l’attacco o con la difesa. 

Nello specifico, lo stato depressivo può causare un disturbo d’ansia nel momento in cui, a causa delle ridotte energie, subentrano paure relative alla propria incapacità di portare avanti attività che prima si svolgevano tranquillamente: la depressione porta ad abbandonare o rimandare delle attività abituali, i problemi e gli impegni si accumulano e nasce la sensazione che non vi sia più il tempo per affrontarli.

Spesso, tali timori possono includere anche la paura di non riuscire a guarire dalla depressione.

Queste preoccupazioni possono essere talmente estese da configurare un disturbo d’ansia.

Altre volte, invece, può essere il disturbo d’ansia a dare luogo ad un episodio depressivo. L’ansia spesso porta ad evitare le situazioni temute e ciò non fa altro che aumentare la sensazione di insicurezza e vulnerabilità.

Nei casi più estremi, si può arrivare ad una vera e propria limitazione delle situazioni gradevoli quotidiane per evitare circostanze temute o vissute come spiacevoli (ad esempio, non uscire più di casa, abbandonare il lavoro, evitare le situazioni sociali ecc.) fino a portare al ritiro sociale, il quale rappresenta un ambiente favorevole allo sviluppo della depressione. 

La depressione ansiosa è quindi caratterizzata dalla compresenza di sintomi depressivi e di tipo ansioso, che si influenzano e rafforzano a vicenda fino a configurare un unico disturbo in cui la componente ansiosa si incastra perfettamente con quella depressiva. 


Cosa si intende per depressione maggiore?

Si definisce Depressione Maggiore un particolare stato caratterizzato da umore depresso e perdita di interesse o piacere verso le normali attività quotidiane che perduri per un periodo superiore alle due settimane. 

La Depressione Maggiore è generalmente caratterizzata da un marcato pessimismo e mancanza di speranza, spesso accompagnati da irritabilità.

Si presenta con una diminuzione dell’interesse verso le attività che in precedenza generavano benessere, portando inevitabilmente al ritiro sociale e, quindi, riducendo il sostegno che amici e familiari possono fornire.

I sintomi della Depressione Maggiore, e degli stati depressivi in generale, possono avere ripercussioni sulla capacità di memoria come anche sul benessere fisico generale, portando spesso a problemi digestivi, mal di testa e stati ansiosi.

Si può riscontrare un aumento o una perdita di peso, difficoltà nell’addormentamento, mancanza di energie e difficoltà nella concentrazione.

Nei casi più gravi l’individuò può fare fatica a prendersi cura di sé e della propria igiene.

L’esistenza si blocca in una profonda esperienza di smarrimento, accompagnata da una tristezza pervasiva: si manifesta la progressiva incapacità di svolgere compiti impegnativi, fino ad arrivare alla completa inattività (Rossi Monti, 2001).

Nei casi più gravi, i senso di disperazione e disagio possono essere tali da portare al suicidio.

Come gestire la depressione?

Sebbene la persona depressa provi vergogna nel manifestare il proprio disagio, è bene aprirsi e rendere noto il problema a familiari o persone di fiducia, in modo che essi possano fornire il supporto necessario alla guarigione.

Infatti, il sostegno della rete sociale rappresenta uno dei fattori che al contempo aiuta ad uscire dalla depressione e previene le ricadute.

È, inoltre, necessario rivolgersi ad un professionista (medico di base, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta) per affrontare la problematica della depressione e riscontrare benefici a lungo termine.

In questo caso, se senti il bisogno di parlarne con me, puoi farlo contattandomi quando preferisci cliccando qui.


Come curare la depressione? Come curare la depressione da soli?

Spesso, le persone che soffrono di un disagio psichico sono restie a chiedere aiuto a professionisti del settore per timore di esser giudicati, per mancanza di motivazione o per assenza di consapevolezza della gravità della situazione.

Infatti, l’intervento verso le persone depresse è spesso problematico a causa della perdita di interesse e di motivazione che spesso questo stato comporta.

La persona depressa ha perso interesse per qualsiasi attività, quindi spesso non è disposta o sente di non avere le energie necessarie per intraprendere un percorso di cura.

Di conseguenza, si preferisce attendere che la situazione si risolva da sé, oppure si cercano su internet rimedi semplici e immediati di dubbia autorevolezza.

Queste soluzioni sono spesso disfunzionali e non fanno altro che rafforzare il disturbo.

Una delle soluzioni tipiche tentate dalle persone depresse è la rinuncia, dettata da una serie di soluzioni errate messe in atto, portando nei casi più gravi all’inibizione, alla rassegnazione e alla perdita di iniziativa.

L’individuo depresso si sente impotente davanti alla propria sofferenza, da cui deriva un senso di demotivazione e paralisi (Muriana, Pattenò e Verbitz, 2006), che spesso ha ripercussioni sulla volontà di cercare aiuto professionale.


A chi rivolgersi per curare la depressione (Metodi self help e psicoterapia)

Al fine di evitare il contatto con i professionisti della salute mentale, sia per paura dello stigma legato ai disturbi psichici, sia perché non si accetta a pieno di aver bisogno di un aiuto specialistico, spesso si preferisce cercare suggerimenti su libri di auto-aiuto.

Tali consigli, però, vanno presi con cautela, soprattutto se non sono scritti da professionisti del settore.

Infatti, questi manuali possono aiutare momentaneamente a gestire la situazione, ma non risolvono il problema sottostante il disagio: ciò è possibile solo con il reale contatto con un professionista del settore. 

È possibile farsi aiutare dal medico di base nella ricerca del professionista adatto, oppure si può contattare direttamente uno psicologo, uno psichiatra o uno psicoterapeuta.

Inizialmente, è possibile intraprendere con uno psicologo un percorso di sostegno, volto a promuovere la consapevolezza del disagio e motivare la persona, al fine di intraprendere successivamente un percorso psicoterapeutico.

Se i sintomi sono particolarmente gravi, persistenti e pervasivi e se vi è un serio rischio per l’incolumità dell’individuo, è opportuno consultare uno psichiatra per l’eventuale somministrazione di farmaci

Infine, è possibile contattare uno psicoterapeuta per iniziare un percorso di cura che necessita impegno e motivazione per poter ottenere risultati a lungo termine.

La Psicoterapia Breve Strategica sviluppa interventi mirati su obiettivi prestabiliti e sulle caratteristiche del problema presentato, al fine di ristabilire un equilibrio in un numero limitato di sedute.

Partendo dalle soluzioni errate messe in atto dal soggetto, individua ciò che alimenta il problema (Muriana, Pattenò e Verbitz, 2006), focalizzando l’attenzione su strategie più funzionali di gestione direttamente esperite dal paziente.

Tramite la relazione basata sull’empatia, fornisce un secondo punto di vista, meno rigido e più funzionale, da cui osservare il problema e, quindi, ristrutturare la visione che il paziente ha del mondo (Petruccelli e Verrastro, 2012).

Bene, per questo articolo è tutto.

Spero ti sia stato di aiuto per fare chiarezza sull’argomento e per aiutarti a riconoscere il problema ed eventualmente, contattare un professionista in grado di aiutarti.

Un abbraccio,

Lia Parente.

Bibliografia

Leveni, D., Michielin, P., Piacentini, D., (2014). Superare la depressione. Firenze: Eclipsi.

Muriana, E., Pattenò, L., Verbitz, T., (2006). I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima grazie alla psicoterapia in tempi brevi. Milano: TEA.

Petruccelli, F., Verrastro, V., (2012). La relazione d’aiuto nella psicoterapia strategica. Milano: Franco Angeli.

Rossi Monti, M. (a cura di) (2001). Percorsi di psicopatologia. Fondamenti in evoluzione. Milano: Franco Angeli. 

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