Coronavirus&Benessere Psicologico #3 Conflitti familiari e Convivenza forzata
Lia Parente

Quello che stiamo vivendo è decisamente un momento critico per tutti, compreso per i nuclei familiari.

La realtà che viviamo è una realtà inconsueta.

Nella stragrande maggioranza dei casi, le famiglie italiane sono composte da genitori che lavorano e da figli che comunque vanno a scuola e il pomeriggio si dedicano ad attività extra scolastiche.

Questi giorni ci costringono a restare chiusi in casa e molto spesso, di tutte queste ore insieme, non sappiamo cosa farci. 
Siamo di fatti una società fondata sulla produttività e sul consumo, corriamo per gran parte della giornata tra 1000 impegni e a volte senza neanche fermarci il weekend.

Ora ci viene chiesto lo sforzo di cambiare questo stile di vita e di cambiarlo anche repentinamente, di cambiare le nostre abitudini anche cattive, ma alle quali siamo fortemente abituati.

In questi giorni molte coppie si stanno orientando su un’attività che per forza di cose si svolge tra le mura domestiche, il problema è che lavorando a casa e con l’aggiunta dei figli, è chiaro che l’atmosfera può farsi intollerante.

Una delle modalità infallibili per gestire il conflitto è quella di spartirsi gli spazi e se non abbiamo una casa abbastanza grande, questo può essere un problema, ma anche in questi casi primo step sarebbe quello di dividersi gli spazi di vita all’interno della propria abitazione (rispettando anche le ore di quiete e le ore dedicate alle attività).

Diventa importante in questi momenti considerare tempi condivisi, ma anche tempi in cui ciascuno si dedica alle proprie attività individualmente.

Questo vale anche per i bimbi che oltre a fare attività con i genitori, con i fratellini, devono avere dei tempi in cui si dedicano a se stessi, momenti di silenzio e solitudine.

Nelle famiglie ‘sane’, questo momento difficile può essere un’esperienza positiva, può diventare occasione per trovare nuove dimensioni della vita familiare. Per esempio, se in genere è la moglie che si occupa della spesa, ora i ruoli si possono invertire anche in forma ludica.

Per deformazione professionale, invece, penso a tutte quelle famiglie ‘disfunzionali’, quelle famiglie che vivono già dei problemi nella propria quotidianità. In questi casi bisogna darsi delle regole di convivenze più ferree e dividersi bene i compiti stabilendo, per esempio, chi va a fare la spesa, chi si stacca dall’attività lavorativa per gestire i pasti, chi gioca un po’ con i bambini e così via. Suggerirei in questi casi di creare un programma settimanale relativo alla divisione dei compiti e di rispettarlo per evitare di creare terreno fertile per il conflitto.

Un riferimento importante va fatto anche sulle famiglie di figli con genitori separati, questo momento può diventare un modo per acuire il conflitto con conseguente strumentalizzazione dei bambini.

Il decreto legge “cura italia“, all’art.1 recita: «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».

In data 10 marzo 2020 il Governo sul sito istituzionale governo.it al punto 13 delle “domanda frequenti” ha chiarito che «gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio». Questo significa, ma era logico, che i decreti ministeriali non hanno sospeso i provvedimenti che prevedono la regolamentazione dei tempi di permanenza dei figli presso ciascuno dei genitori.

A mio avviso però, al di la di una lettura più giurisprudenziale che non mi compete, le modalità di esercizio del diritto di visita devono assolutamente coniugarsi con le disposizioni generali emergenziali ed essere interpretate alla luce del buon senso.

Bisognerà, dunque, evitare gli spostamenti con mezzi pubblici, evitare di mettere in contatto i minori con situazioni potenzialmente a rischio, evitare il contatto tra i minori e i nonni o con altri soggetti maggiormente esposti al rischio di contrarre il Covid-19.

Suggerimenti utili per genitori separati:

  • considerare prioritariamente il diritto alla salute prima di qualsiasi altro diritto;
  • prediligere i contatti con l’altro genitore ospitandolo in casa (quando possibile) per permettergli di trascorrere del tempo con i figli;
  • adottare, in funzione delle possibilità e della serenità dei piccoli, un regime di collocamento alternato per ridurre al massimo le uscite.

Questa emergenza mette in crisi tutti i sistemi ed il sistema familiare non ne è esente, pertanto cerchiamo di tutelarci e di tutelare i bambini cercando una coniugazione oggi necessaria tra diritto alla bi-genitorialità, buon senso e diritto alla salute.

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